Poetry
Poesia e Musica, e Arte Visiva,Pittura , Teatro......
venerdì 8 marzo 2013
L'AUSTERITA' STA DISTRUGGENDO L'EURO.
Dall'articolo di Wolfgang Munchau su Der Spiegel
Grillo sarà supportato da economisti rispettati. Il Nobel Paul Krugman ha già dialogato in video con Grillo. Il premio Nobel Joseph Stiglitz lo consiglia sui temi economici insieme all’economista francese Jean Paul Fitoussi. Il M5S di Grillo non è una versione sovradimensionata dei Pirati o dei Freie Wahler. I suoi elettori arrivano principalmente dalla sinistra. Grillo rappresenta la protesta contro un establishment che ha somministrato al paese una ricetta economica sbagliata: politicamente non sostenibile e che economicamente non funziona. Grillo è indirettamente il vero capo dell’opposizione in Germania, perché alla fine è stata la politica di Angela Merkel ad aver imposto all’Europa questo riequilibrio asimmetrico. [...] Le elite europee non capiscono più il mondo perché non si sono mai confrontate intellettualmente con la grande depressione. E stanno ripetendo esattamente tutti gli errori del passato. Come i loro antenati stanno applicando alla macroeconomia tutte le inutili formule dell’economia aziendale continuando a sottovalutare gli effetti devastanti di tali politiche. Non capiscono il fenomeno Grillo, sia nella sua portata politica che in quella economica. Nel frattempo l’economia italiana continua a crollare. [...] A differenza della Germania negli anni trenta, l'Italia resta una democrazia pacifica. Questa è davvero una buona notizia. La storia alla fine ci parla anche di avvenimenti che non si ripetono esattamente. Ma c'è un punto che in questo confronto storico si adatta perfettamente. Allora l'austerità distrusse il Gold standard. Oggi sta distruggendo l'Euro." Wolfgang Munchau, editorialista del Financial Times
Articolo originale in tedesco
martedì 26 febbraio 2013
Gli italiani non votano mai a caso
Gli italiani non votano a caso, queste elezioni lo hanno ribadito, scelgono chi li rappresenta. In Italia ci sono due blocchi sociali. Il primo, che chiameremo blocco A, è fatto da milioni di giovani senza un futuro, con un lavoro precario o disoccupati, spesso laureati, che sentono di vivere sotto una cappa, sotto un cielo plumbeo come quello di Venere. Questi ragazzi cercano una via di uscita, vogliono diventare loro stessi istituzioni, rovesciare il tavolo, costruire una Nuova Italia sulle macerie. A questo blocco appartengono anche gli esclusi, gli esodati, coloro che percepiscono una pensione da fame e i piccoli e medi imprenditori che vivono sotto un regime di polizia fiscale e chiudono e, se presi dalla disperazione, si suicidano. Il secondo blocco sociale, il blocco B, è costituito da chi vuole mantenere lo status quo, da tutti coloro che hanno attraversato la crisi iniziata dal 2008 più o meno indenni, mantenendo lo stesso potere d'acquisto, da una gran parte di dipendenti statali, da chi ha una pensione superiore ai 5000 euro lordi mensili, dagli evasori, dalla immane cerchia di chi vive di politica attraverso municipalizzate, concessionarie e partecipate dallo Stato. L'esistenza di questi due blocchi ha creato un'asimmetria sociale, ci sono due società che convivono senza comunicare tra loro. Il gruppo A vuole un rinnovamento, il gruppo B la continuità. Il gruppo A non ha nulla da perdere, i giovani non pagano l'IMU perché non hanno una casa, e non avranno mai una pensione. Il gruppo B non vuole mollare nulla, ha spesso due case, un discreto conto corrente, e una buona pensione o la sicurezza di un posto di lavoro pubblico. Si profila a grandi linee uno scontro generazionale, nel quale al posto delle classi c'è l'età. Chi fa parte del gruppo A ha votato in generale per il M5S, chi fa parte del gruppo B per il Pld o il pdmenoelle. Non c'è nessuno scandalo in questo voto. E' però un voto di transizione. Le giovani generazioni stanno sopportando il peso del presente senza avere alcun futuro e non si può pensare che lo faranno ancora per molto. Ogni mese lo Stato deve pagare 19 milioni di pensioni e 4 milioni di stipendi pubblici. Questo peso è insostenibile, è un dato di fatto, lo status quo è insostenibile, è possibile alimentarlo solo con nuove tasse e con nuovo debito pubblico, i cui interessi sono pagati anch'essi dalle tasse. E' una macchina infernale che sta prosciugando le risorse del Paese. Va sostituita con un reddito di cittadinanza.
Nei prossimi giorni assisteremo a una riedizione del governo Monti con un altro Monti. L'ammucchiata Alfano, Bersani, Casini, come prima delle elezioni. Il M5S non si allea con nessuno come ha sempre dichiarato, lo dirò a Napolitano quando farà il solito giro di consultazioni. Il candidato presidente della Repubblica del M5S sarà deciso dagli iscritti al M5S attraverso un voto on line. Passo e chiudo. Sta arrivando la primavera. Ripeto: sta arrivando la primavera.
MOVIMENTO 5 STELLE: VITTORIA!!!
Intervento in diretta di Beppe Grillo su La Cosa:
"Sono qui nel lettino, mi hanno messo a letto in casa mia, non vogliono che abbia dei sussulti. Mi hanno coperto con quei plaid scozzesi. Fuori ci sono i riflettori puntati sulla mia finestra, sul bagno. Io non lo so cosa vogliono vedere. E' fantastica quest'avventura qua. Io innanzitutto voglio solo ringraziare quei ragazzi straordinari che ci facevano trovare i palchi, le luci, il servizio di protezione, ci hanno ospitato a casa, ci hanno aiutato col camper. Ecco la diversità tra questo movimento e "the others". "The others" sono pagati, portati lì con i pullman, con le bandiere. Noi tutto volontariato. Per questo bisogna ringraziare. Non avrò mai ringraziamenti sufficienti per questi ragazzi: sono stati formidabili. Poi il risultato abbiamo fatto le prove generali. Dicono che sono finiti, lo sanno. Non abbiamo tenuto conto che questa è una guerra generazionale. Bisognerà mettere il voto a 16 anni, entrare in Senato a 18, come nei Paesi normali. Ci sono una ventina di milioni di italiani che hanno galleggiato sulla crisi, che non hanno voluto osare perchè forse forse, sotto sotto, gli sta bene così. Non so come si può fare: riconsegnare il Paese ancora a Berlusconi, questo Mastrolindo che ha contribuito ad affossare il Paese, per 6 mesi, un anno. E' veramente un crimine contro la galassia, contro l'intera galassia. Noi intanto ci perfezionamo, entriamo dentro e non pensino di fare inciucetti, inciucini. Saremo una forza straordinaria e faremo tutto quello che abbiamo detto in campagna elettorale. Reddito di cittadinanza, cominciamo a stare appresso agli ultimi: nessuno deve rimanere indietro. Cominciamo a usare parole diverse. Saremo 150 dentro e qualche milione fuori. E' stata eccezionale questa cosa. Prima forza in assoluta in tre anni e qualche mese, senza soldi, senza aver mai accettato un rimborso. Adesso ci toccherebbero 100 milioni. Non prenderemo soldi, continueremo così. Aspettateci in Parlamento, sarà un grandissimo piacere potervi osservare. Mi sono chiesto dove ci collocheranno nell'ambito del Parlamento, spero dietro ognuno di voi.
Faranno un governissimo pdmenoelle - pdelle. Noi siamo l'ostacolo. Contro di noi non ce la possono più fare, che si mettano il cuore in pace. Potranno andare avanti ancora 7, 8 mesi a fare un disastro, ma cercheremo di tenerlo sotto controllo. Cominceremo a fare quello che abbiamo sempre detto, le nostre stelle: l'acqua pubblica, la scuola pubblica, la sanità pubblica. Se ci seguono ci seguono. Se no la battaglia sarà molto dura per loro, molto dura.
Non riescono a capire, non riescono a concepire. Bisogna che li analizzi psichiatricamente. Sono falliti. Sono lì da 25, 30 anni, hanno portato il Paese alla catastrofe. La cosa che mi da malessere sono questi milioni di persone che galleggiano nella crisi, che sono stati solo sfiorati dalla crisi, che sono riusciti a vivacchiare a discapito degli altri milioni che non ce la fanno più. Il problema dell'Italia sono queste persone. E finchè non gli toccheranno gli stipendi o le pensioni, per loro va benissimo immobilizzare il Paese, ma durerà poco, molto poco questa situazione."
sabato 23 febbraio 2013
DISCORSO A PIAZZA S.GIOVANNI
Discorso di ieri a piazza San Giovanni, Roma
Parole guerriere
Cercavamo una porta per uscire. Eravamo prigionieri del buio. Pensavamo
di non farcela. Ci avevano detto che le finestre e le porte erano
murate. Che non esisteva un’uscita. Poi abbiamo sentito un flusso di
parole e di pensieri che veniva da chissà dove. Da fuori. Da dentro.
Dalla Rete, dalle piazze. Erano parole di pace, ma allo stesso tempo
parole guerriere. Le abbiamo usate come torce nel buio, come chiavi da
girare nella serratura per andare altrove, in posti sconosciuti, verso
noi stessi. E ora siamo fuori, siamo usciti nella luce e non ci siamo
ancora del tutto abituati. Stringiamo gli occhi e, anche se sappiamo che
stiamo percorrendo l’unica via possibile, abbiamo qualche timore, ed è
normale. Quello che sta succedendo ora in Italia non è mai successo
prima nella storia delle democrazie moderne. Una rivoluzione
democratica, non violenta, che sradica i poteri, che rovescia le piramidi.
Il cittadino che si fa Stato ed entra in Parlamento in soli tre anni.
Abbiamo capito che eravamo noi quella porta chiusa, che le parole
guerriere erano da tempo dentro di noi, ma non volevano venire fuori,
pensavamo di essere soli e invece eravamo moltitudine. E adesso siamo
sorpresi che così tante persone a noi del tutto sconosciute avessero i
nostri stessi pensieri, le nostre speranze, le nostre angosce. Ci siamo
finalmente riconosciuti uno nell’altro e abbiamo condiviso parole
guerriere. Parole che erano state abbandonate da tempo, di cui si era
perso il significato, sono diventate delle armi potenti che abbiamo
usato per cambiare tutto, per ribaltare una realtà artificiale dove la
finanza era economia, la menzogna era verità, la guerra era pace, la
dittatura era democrazia. Parole guerriere dal suono nuovo e allo stesso
tempo antichissimo, come comunità, onestà, partecipazione, solidarietà,
sostenibilità si sono propagate come un’onda di tuono e sono arrivate
ovunque annientando la vecchia politica. Siamo diventati consapevoli
della realtà. Sappiamo che possiamo contare solo sulle nostre forze, che
il Paese è in macerie e che quello che ci aspetta sarà un periodo molto
difficile, ci saranno tensioni, problemi, conflitti, ma la via è
tracciata. L’abbiamo trovata questa via e ci porta verso il futuro, un
futuro forse più povero, ma vero, concreto, solidale e felice. C’è una
nuova Italia che ci aspetta. Sarà bellissimo farne parte.
venerdì 22 febbraio 2013
MESSAGGIO AGLI INDECISI
"Siamo ad un passo dal boom del M5S. Nulla sarà più come prima. Lo sanno benissimo i partiti, che ormai non convincono più nessuno. Hanno speso i nostri soldi per gli appalti utili a cementificare la nostra regione e per piazzare direttori di Asl e primari amici di questo o quell'altro politico. Il voto dato al MoVimento 5 Stelle è la vera svolta: noi siamo semplici cittadini che non hanno interessi di lobby mafiose da difendere. Taglieremo i costi della politica mentre Zingaretti e Storace balbettano sulle cifre e non prendono posizione. Il loro tempo è finito. Ci riprenderemo i nostri soldi, costituendoci parte civile contro chi ha approfittato del suo ruolo e del suo potere in tutti questi anni. L'astensione si preannuncia molto alta: è quello che vogliono! A mandarli in galera ci sta pensando la magistratura, a mandarli in pensione anticipata (senza pensione d'oro e vitalizi!) ci possiamo pensare noi. Vi fidate ancora di chi per anni ha maneggiato quella montagna di soldi che arrivano dalle nostre tasse e ha latitato sul controllo? Sono sempre gli stessi! Sono in politica dagli anni '90 e ora parlano di trasparenza, onestà, tagli al costo della politica. Parlano di raccolta differenziata quando fino a ieri hanno costruito inceneritori e firmato proroghe per le discariche. Hanno fatto chiudere gli ospedali e ora promettono di riaprirli. Le proposte del M5S sono nate dai cittadini. Dobbiamo uscire dall'indifferenza e dare speranza ai giovani e agli anziani, rilanciando subito sanità, scuola pubblica e piccole e medie imprese. C'è la volontà di un cambiamento atteso da tempo, anche da tutti quelli che pensavano che astenersi fosse l'unica soluzione." Davide Barillari, Candidato Portavoce alla Presidenza della Regione Lazio, M5S
mercoledì 6 febbraio 2013
DINO CAMPANA. LA CHIMERA
Sopra: Dino Campana
Non so se tra rocce il tuo pallido
Viso m'apparve, o sorriso
Di lontananze ignote
Fosti, la china eburnea
Fronte fulgente o giovine
Suora de la Gioconda:
O delle primavere
Spente, per i tuoi mitici pallori
O Regina o Regina adolescente:
Ma per il tuo ignoto poema
Di voluttà e di dolore
Musica fanciulla esangue,
Segnato di linea di sangue
Nel cerchio delle labbra sinuose,
Regina de la melodia:
Ma per il vergine capo
Reclino, io poeta notturno
Vegliai le stelle vivide nei pelaghi del cielo,
Io per il tuo dolce mistero
Io per il tuo divenir taciturno.
Non so se la fiamma pallida
Fu dei capelli il vivente
Segno del suo pallore,
Non so se fu un dolce vapore,
$Dolce sul mio dolore,
Sorriso di un volto notturno:
Guardo le bianche rocce le mute fonti dei venti
E l'immobilità dei firmamenti
E i gonfii rivi che vanno piangenti
E l'ombre del lavoro umano curve là sui poggi algenti
E ancora per teneri cieli lontane chiare ombre correnti
E ancora ti chiamo ti chiamo Chimera.
Viso m'apparve, o sorriso
Di lontananze ignote
Fosti, la china eburnea
Fronte fulgente o giovine
Suora de la Gioconda:
O delle primavere
Spente, per i tuoi mitici pallori
O Regina o Regina adolescente:
Ma per il tuo ignoto poema
Di voluttà e di dolore
Musica fanciulla esangue,
Segnato di linea di sangue
Nel cerchio delle labbra sinuose,
Regina de la melodia:
Ma per il vergine capo
Reclino, io poeta notturno
Vegliai le stelle vivide nei pelaghi del cielo,
Io per il tuo dolce mistero
Io per il tuo divenir taciturno.
Non so se la fiamma pallida
Fu dei capelli il vivente
Segno del suo pallore,
Non so se fu un dolce vapore,
$Dolce sul mio dolore,
Sorriso di un volto notturno:
Guardo le bianche rocce le mute fonti dei venti
E l'immobilità dei firmamenti
E i gonfii rivi che vanno piangenti
E l'ombre del lavoro umano curve là sui poggi algenti
E ancora per teneri cieli lontane chiare ombre correnti
E ancora ti chiamo ti chiamo Chimera.
lunedì 4 febbraio 2013
venerdì 25 gennaio 2013
Giù le mani da mio padre Ezra
Pound
Nel 2009 ha
avuto la sorpresa di trovare sul «New York Times» un commento sulla crisi dei
mutui che si apriva riportando dei versi scritti da suo padre all'alba della
Seconda guerra mondiale: «Con usura nessuno ha una solida casa». Versi maturati
su teorie economico-politiche che, dopo aver ispirato il suo appoggio al
fascismo, contribuirono a far rinchiudere per 13 anni Ezra Pound nel manicomio
criminale di Washington. Teorie che ora l'America rivaluta come intuizioni
profetiche contro lo strapotere di una finanza apolide, refrattaria alle regole
e non compassionevole. «Una piccola rivincita», la citazione giornalistica,
nella patria che aveva bandito il poeta come un traditore. Liberandosene con
una condanna alla pazzia (mai diagnosticata, comunque). Oggi sfoglia un dossier
di riviste italiane e si accorge che, sempre nel nome di suo padre, cresce «la
marea nera del terzo millennio»: il movimento CasaPound. Nei resoconti si parla
di «iniziative sociali e culturali» promosse dal network dell'ultradestra (lotte
per casa, maternità e agroalimentare autarchico), ma anche di «raduni
organizzati con disciplina marziale» da una «santa teppa» che si distingue per
«bomber di pelle, teste rasate e bandiere dalle simbologie gotiche».
E osserva su
Internet una sequenza di video che riassumono il gusto per certe «pratiche guerriere»
di questi militanti che, quando «ballano prendendosi a cinghiate»,
esprimerebbero solo un «vitalismo futurista», mentre invece per qualcuno le
loro sarebbero delle «mimetiche prove di violenza». Mary de Rachewiltz, figlia
dell'Omero americano del Novecento, riflette sulle contraddizioni del doppio
ritorno poundiano. Poi si concentra sugli ultimi ritagli, e si sfoga con
sgomento. «Questo è un altro modo di mettere Pound in una gabbia, com'era quella
del Disciplinary training center di Pisa dove fu segregato, la Guantanamo del
1945. Un danno enorme, perché nasce da una distorsione del significato del suo
lavoro e rischia di comprometterne ancora un pieno riconoscimento critico. Un
abuso, perché così lo si relega in una dimensione ambigua che va oltre il
reazionario, verso una cifra regressiva. E perché lo si indica, a ragazzi dalle
menti confuse, come un profeta tanto più affascinante in quanto pericoloso e
proibito». Per l'erede del poeta, insomma, «non si può restare sul
diplomatico», nel giudicare coloro che pretendono d'essere i «nipotini di
Pound». L'hanno elevato a oggetto di un culto a sfondo quasi mistico-esoterico.
E l'hanno inserito tra gli antenati ideali rievocando a mo' di slogan alcune
sue frasi «più o meno fiammeggianti pescate qua e là senza logica» dalla
stagione in cui sostenne Mussolini. Che «per mio padre fu un momento di
frattura molto complesso». E che perciò andrebbe riconsiderato, secondo lei,
sulla base di variabili spesso trascurate.
A partire
dalla sua visione della storia perché, spiega, «a lui interessava l'etica più che
la politica, e di Mussolini diceva che avrebbe voluto educarlo e che era stato
distrutto per non aver seguito i dettami di Confucio». È una difesa che la
signora de Rachewiltz, traduttrice e filologa dell'opera paterna che vive a
Tirolo di Merano, si concede con disagio. Essendo parte in causa, per lei
dovrebbero essere gli anglisti che hanno a cuore la memoria di Pound a
«battersi contro certe indebite appropriazioni». Ma decide di intervenire,
anche se il terreno è scivoloso, per offrire qualche indizio di ricerca a
quanti vogliono addentrarsi in una «questione tormentata e carica di
ipocrisie». La sua traccia d'esordio riguarda i malintesi sul rapporto America-Italia
da parte di coloro che sostengono di voler recuperare Pound. Chi, da sinistra,
emancipandolo dalla «radiazione» decretata nel dopoguerra e presumendo che
avesse rinnegato le proprie idee. Chi rivendicandolo alla destra, magari quella
estrema di CasaPound. Spiega: «Ci si dimentica che furono gli italiani, e
intendo i fascisti, i primi a non fidarsi di lui. La sua filosofia sociale — e
adesso si ammette che non era lontana dalla dottrina di Keynes — era scaturita
da una folgorazione mentre studiava le carte fondative del Monte dei Paschi e
vagheggiava un'Italia antiborghese in grado di recuperare la tradizione e
rinnovare il Rinascimento. Sognava un Paese che rifiutasse il capitalismo
trionfante in America, dove per lui erano stati stravolti i valori dei Padri
Pellegrini, basta scorrere il suo libro Jefferson and/or Mussolini per
sincerarsene. Voleva una gestione morale dell'economia, attraverso l'abolizione
dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo e del processo del denaro che produce
denaro, ossia il divinizzato mostro dell'usura che è motore dei circuiti
finanziari... Sraffa lo invitò a parlarne alla Bocconi, nel 1933, ma dubito sia
stato capito».
Ancora,
aggiunge la figlia di Pound, «erano sempre italiani i partigiani che lo
prelevarono a Rapallo urlandogli traditore e che avrebbero potuto fucilarlo, se
non avesse chiesto di essere consegnato subito alle forze americane. Lui parlò
con assoluto candore e sincerità perché aveva la coscienza pulita, del resto
non aveva mai tratto vantaggi dalla dittatura né fatto male ad alcuno. Si era
esposto fuori da ogni zona grigia perché era nella sua natura libera da
conformismi difendere ciò in cui credeva. "I stand exposed", aveva
scritto già da giovane. Ma ormai era in moto la macchina giudiziaria che l'avrebbe
stritolato senza nemmeno un processo». E qui si annoda un enigma dell'amletismo
poundiano. Il poeta, racconta Mary, che con la madre Olga Rudge lo seguì fino
alla morte a Venezia, nel '72, era «un uomo dalla fierezza gentile, un
altruista estraneo a qualsiasi forma di violenza». Caratteri testimoniati pure
da Eliot, Joyce, Hemingway e tanti altri che beneficiarono della sua generosa
intelligenza e amicizia. Restano però, e pesano come imbarazzanti corpi di
reato, i testi delle sue trasmissioni da Radio Roma e rivolti a Usa e Gran
Bretagna nella stagione dell'ultimo fascismo. «So bene quello che disse perché
ho fatto pubblicare in America tutte le trascrizioni integrali», racconta la
figlia. «Per giudicare i suoi discorsi radiofonici — aggiunge — bisognerebbe
mettere come tara la radicalità di uno che predica un'utopia da no-global ante
litteram, che vede intorno a sé il rischio dello sfacelo e si sente
"formica solitaria tra le rovine d'Europa". Aveva detto: "È
dovere di ognuno tentare di immaginare un'economia sensata, e tentare di
imporla con il più violento dei mezzi, lo sforzo di far pensare la
gente"».
Fu vittima
di un abbaglio? «Stando alla
lezione impartita dalla crisi di questi mesi, pare di no. Non del tutto. Le sue
invettive nascondevano piuttosto una forma di ira ingenua, espressa a volte in
forme furibonde. Voleva arrivare al paradiso possibile, alla città eterna...
Aveva una visione dantesca ed era molto critico verso Roosevelt, che era sceso
in conflitto con l'Italia, e verso i finanzieri di Wall Street (e, faccio
notare, che cosa dice in questi giorni il presidente Obama contro le banche?),
in larga parte ebrei, ciò che favorì l'accusa di antisemitismo. Accusa ingiusta
e basta pensare che i suoi più cari amici erano appunto ebrei — Aldo Camerino,
Giorgio Levi, Manlio Torquato Dazzi e tanti altri — senza contare che nessuno
di noi sapeva nulla della Shoah... Va considerato che Pound era un poeta, e
quando un poeta si arrabbia pronuncia frasi terribili, sragiona, e lo stesso
Dante bestemmiava contro la sua patria... Era tempo di guerra, una guerra che
le parole dei poeti non potevano fermare. Non letteratura e propaganda ci
voleva, ma saggezza». Dunque, Pound riteneva di non aver fatto nulla di male,
di aver esercitato un «diritto alla protesta» sancito dalla Costituzione
americana, «che voleva salvare nei suoi valori originari assieme alla cultura
dell'Europa». Ma come giudicò se stesso, a posteriori? Si pentì? «Riconobbe i
suoi sbagli, certo, e ci sono i frammenti poetici della vecchiaia a dimostrarlo:
"Ammettere i propri errori senza perdere la rettitudine"... "Un
uomo che cerca il bene e fa il male". Ma senza rinnegare se stesso o il
fascismo in quanto tale, perché non era affar suo. E neppure poteva ritrattare
la sua convinzione che il fascismo, allora, andasse bene in Italia, restando in
fondo convinto di aver fatto una cosa giusta: era stato il primo a capire il
dramma, sociale e culturale, al quale avrebbe portato una certa economia...».
«Nei suoi
ultimi dieci anni di vita — conclude Mary de Rachewiltz — non parlò più con nessuno, e con noi
familiari appena il necessario. Ora, siccome per la legge americana chi sta
muto si dichiara innocente, quel silenzio poteva essere interpretato come una
dichiarazione d'innocenza. Ma pentirsi di errori di giudizio non significa
rinnegare. La realtà era più complessa: mio padre si era reso conto che non
riusciva a farsi capire. "Il silenzio è la voce di Dio", mi disse il
prete di San Giorgio dopo aver celebrato il suo funerale. Evidentemente, se
continuano a fraintenderlo, quella sua lunga pausa non è bastata».
Marzio Breda
01 aprile 2010 Fonte: Repubblica.
01 aprile 2010 Fonte: Repubblica.
EZRA POUND: L'ECONOMISTA.
«La Banca beneficia dell’interesse su tutta la moneta che crea ex nihil (dal nulla)»
Attualissimo, Pound aveva compreso il circuito usuraio per cui se fittizia è la creazione iniziale di moneta, reale invece è l’indebitamento dei popoli che chiedono l’aiuto delle grandi banche, dovendo poi restituir loro denaro vero più gli interessi maturati sul debito stesso...... (da Biglietto da visita) di E. Pound.
Attualissimo, Pound aveva compreso il circuito usuraio per cui se fittizia è la creazione iniziale di moneta, reale invece è l’indebitamento dei popoli che chiedono l’aiuto delle grandi banche, dovendo poi restituir loro denaro vero più gli interessi maturati sul debito stesso...... (da Biglietto da visita) di E. Pound.
Ezra Pound è stato una controversa figura di poeta,
di intellettuale e di profetico economista. Tentò senza successo di far
accettare e mettere in pratica le sue
teorie economiche da Benito Mussolini di cui fu un ingenuo ammiratore, ma è
ricordato soprattutto per le sue opere letterarie che segnano l’inizio di una
più moderna poesia che rompe con il passato. Era anticapitalista (un precursore
dei no-global) e antimarxista. Riteneva che fosse lecito imporre con la forza
concetti e ideali che avrebbero portato alla nascita di una umanità migliore.
Pound, convinto che la figura del poeta non possa astrarsi dalle
circostanze in cui si trova a vivere, individua nel conflitto tra economia e finanza la chiave di volta del «mondo moderno» e dedica
perciò ampia parte della sua letteratura e della sua poetica alla riflessione
sul tema. Il fulcro del conflitto, raffigurato come riproposizione della
disfida tra guelfi e ghibellini di dantesca memoria, è
rappresentato dall’usura:
all’argomento il poeta ha dedicato, oltre al Canto XLV dei suoi Cantos, due libri:
Abc dell’Economia e Lavoro e Usura.
Il pensiero
economico di Pound può essere brevemente riassunto nei seguenti postulati:
- Il denaro non è una merce, ma una convenzione sociale;
- Il lavoro non è una merce, ma fondamento della ricchezza ed il modo più logico per distribuire ricchezza è distribuire lavoro;
- Lo Stato dispone del credito, non è quindi necessario che si indebiti.
La somma di
queste tre proposizioni è nello strumento della moneta, nella cui funzione Pound individua
il centro dei problemi di un'economia reale sempre più dipendente dalla
finanza, quando in realtà questa dovrebbe essere per lui nient’altro che uno
strumento a sostegno della prima. Per Pound era inconcepibile che le banche
potessero creare denaro dal nulla attraverso semplici operazioni contabili.
A causa di
questo capovolgimento nei rapporti di forza, anche il lavoro (e di conseguenza
l’economia di cui il lavoro è base imprescindibile) risulta
vincolato alle decisioni prese da coloro che Pound definisce daneistocrati,
ovvero individui che fondano il loro potere sul diritto di prestare denaro.
Se quindi è
nel denaro il carattere di ingiustizia, per Pound è dal denaro che deve partire
un progetto di riforma: riprendendo l’idea di Silvio Gesell, propose di tassare non i cittadini produttori, sul cui lavoro si regge la
prosperità della Nazione, ma il denaro stesso, ponendo ogni mese una marca da
bollo pari ad un centesimo del valore nominale delle banconote ed ottenendo
così i seguenti effetti:
- allo Stato, senza alcuna spesa di riscossione e senza alcuna possibilità di evasione fiscale, sarebbe garantito un reddito pari al 12% annuale della massa monetaria
- le banche verrebbero ridotte a meri intermediari finanziari, perché non potrebbero rinchiudere il denaro nei propri forzieri, pena perdere tutti i propri averi in 100 mesi;
lo Stato riacquisterebbe sovranità monetaria, garantendo un'adeguata
emissione.
Da quanto sopra descritto, non si puo’ certo non notare l’attualità delle
teorie di Pound, riferite alla odierna situazione economica. Basti pensare a
quanto proprio oggi si parli della “finanza” come elemento deteriore che si
occupa dei cosiddetti “derivati”. Credo che Pound stesso sarebbe stupito dell’esattezza delle
sue previsioni e sarebbe assai contristato di assistere al crollo del Monte dei
Paschi di Siena.
Pound aveva molti amici ebrei e la sua difesa radiofonica del fascismo
durante la repubblica di Salò, fu frutto dell’ingenuità propria della grande
anima del poeta che non sempre ha la
vista acuta sulla realtà ma si dimostra sempre oltremodo generosa, infaticabile
e quasi eroica nel difendere i propri alti ideali. Se Ezra Pound avesse
soltanto sospettato gli orrori che si perpetrarono nei lager nazisti,
sicuramente avrebbe compreso a quali nefandezze possono giungere i regimi
totalitari e li avrebbe condannati e combattuti con la stessa tenacia, purezza,
forza.
Iscriviti a:
Post (Atom)