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venerdì 25 gennaio 2013

EZRA POUND: L'ECONOMISTA.

«La Banca beneficia dell’interesse su tutta la moneta che crea ex nihil (dal nulla)»
Attualissimo, Pound aveva compreso il circuito usuraio per cui se fittizia è la creazione iniziale di moneta, reale invece è l’indebitamento dei popoli che chiedono l’aiuto delle grandi banche, dovendo poi restituir loro denaro vero più gli interessi maturati sul debito stesso......  (da Biglietto da visita) di E. Pound.




Ezra Pound è stato una controversa figura di poeta, di intellettuale e di profetico economista. Tentò senza successo di far accettare e mettere in pratica  le sue teorie economiche da Benito Mussolini di cui fu un ingenuo ammiratore, ma è ricordato soprattutto per le sue opere letterarie che segnano l’inizio di una più moderna poesia che rompe con il passato. Era anticapitalista (un precursore dei no-global) e antimarxista. Riteneva che fosse lecito imporre con la forza concetti e ideali che avrebbero portato alla nascita di una umanità migliore.
Pound, convinto che la figura del poeta non possa astrarsi dalle circostanze in cui si trova a vivere, individua nel conflitto tra economia e finanza la chiave di volta del «mondo moderno» e dedica perciò ampia parte della sua letteratura e della sua poetica alla riflessione sul tema. Il fulcro del conflitto, raffigurato come riproposizione della disfida tra guelfi e ghibellini di dantesca memoria, è rappresentato dall’usura: all’argomento il poeta ha dedicato, oltre al Canto XLV dei suoi Cantos, due libri: Abc dell’Economia e Lavoro e Usura.
Il pensiero economico di Pound può essere brevemente riassunto nei seguenti postulati:
  • Il denaro non è una merce, ma una convenzione sociale;
  • Il lavoro non è una merce, ma fondamento della ricchezza ed il modo più logico per distribuire ricchezza è distribuire lavoro;
  • Lo Stato dispone del credito, non è quindi necessario che si indebiti.
La somma di queste tre proposizioni è nello strumento della moneta, nella cui funzione Pound individua il centro dei problemi di un'economia reale sempre più dipendente dalla finanza, quando in realtà questa dovrebbe essere per lui nient’altro che uno strumento a sostegno della prima. Per Pound era inconcepibile che le banche potessero creare denaro dal nulla attraverso semplici operazioni contabili.
A causa di questo capovolgimento nei rapporti di forza, anche il lavoro (e di conseguenza l’economia di cui il lavoro è base imprescindibile) risulta vincolato alle decisioni prese da coloro che Pound definisce daneistocrati, ovvero individui che fondano il loro potere sul diritto di prestare denaro.
Se quindi è nel denaro il carattere di ingiustizia, per Pound è dal denaro che deve partire un progetto di riforma: riprendendo l’idea di Silvio Gesell, propose di tassare non i cittadini produttori, sul cui lavoro si regge la prosperità della Nazione, ma il denaro stesso, ponendo ogni mese una marca da bollo pari ad un centesimo del valore nominale delle banconote ed ottenendo così i seguenti effetti:
  • allo Stato, senza alcuna spesa di riscossione e senza alcuna possibilità di evasione fiscale, sarebbe garantito un reddito pari al 12% annuale della massa monetaria
  • le banche verrebbero ridotte a meri intermediari finanziari, perché non potrebbero rinchiudere il denaro nei propri forzieri, pena perdere tutti i propri averi in 100 mesi;
lo Stato riacquisterebbe sovranità monetaria, garantendo un'adeguata emissione.

Da quanto sopra descritto, non si puo’ certo non notare l’attualità delle teorie di Pound, riferite alla odierna situazione economica. Basti pensare a quanto proprio oggi si parli della “finanza” come elemento deteriore che si occupa dei cosiddetti “derivati”. Credo che Pound  stesso sarebbe stupito dell’esattezza delle sue previsioni e sarebbe assai contristato di assistere al crollo del Monte dei Paschi di Siena.
Pound aveva molti amici ebrei e la sua difesa radiofonica del fascismo durante la repubblica di Salò, fu frutto dell’ingenuità propria della grande anima del poeta che non sempre  ha la vista acuta sulla realtà ma si dimostra sempre oltremodo generosa, infaticabile e quasi eroica nel difendere i propri alti ideali. Se Ezra Pound avesse soltanto sospettato gli orrori che si perpetrarono nei lager nazisti, sicuramente avrebbe compreso a quali nefandezze possono giungere i regimi totalitari e li avrebbe condannati e combattuti con la stessa tenacia, purezza, forza.

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